7 Febbraio 2020 Ore 20.30
A pochi giorni da Natale, in un carcere del Sud, un detenuto ed una detenuta si svegliano e si ritrovano dentro la stessa cella. Inizia, dopo l'inevitabile stupore di entrambi, una discussione che dapprima è scontro ma che lentamente diventa amicizia. Angelo, poliziotto coinvolto nella morte di un giovane durante una manifestazione, e Rosa, arrestata perché spaccia per dare da mangiare ai suoi bambini, si confidano e parlano della loro vita. | loro racconti sono spontanei e amari come la cicoria. Alla fine Rosa scoprirà che l’uomo è lo spirito di un detenuto che aveva vissuto in quella cella prima di togliersi la vita. La sua “presenza” impedirà che la donna in un momento di totale sconforto possa compiere la stessa fatale azione.
Cicoria oltre a volere fare da eco al malessere che accompagna la vita carceraria, è soprattutto un racconto denso di emozioni, un invito alla vita. Insieme Rosa e Angelo, coi loro gesti quotidiani, semplici eppure intensissimi, ci conducono in un dialogo appassionante, oltre ogni tempo. Fra realtà e visione si muovono due mondi distanti accomunati dalla solitudine nella quale vivono e dalla quale si difendono. È la solitudine, quindi, la comune radice, che nutre la disperazione nella quale entrambi si trovano. Eppure dietro gli sguardi disperati di questi “fantasmi” che sembrano destinati a restare prigionieri della rinuncia, c'è ancora la luce di chi vuole spiccare il volo e tornare ad essere anima libera; esplode l’inarrestabile forza della speranza.
Cicoria ha una drammaturgia asciutta. Una lingua poetica e al contempo cruda, ricca di elementi vividi, di “sicilianitudini”, che danno efficacia umoristica ad uno spettacolo pieno di momenti onirici.
Il tutto in una scena pressoché nuda, con solo qualche elemento dal valore simbolico, più che estetico: una vecchia lampada d'alluminio al centro dello spazio per ricreare l'interno di una cella piccola e buia; una valigia sempre pronta, segno dell'atteso ritorno verso casa; l’acqua contenuta in due bacinelle è il fluido che purifica, che lava via, ma anche l’elemento sensuale di gioco; e infine il costume che dovrà indossare Rosa per interpretare la Madonna nella recita di Natale, un abito grande che li contiene entrambi come fosse un grembo materno, come fosse il mare che Rosa tanto desidera rivedere.
E poi ci sono le incursioni musicali, svariate, diverse, che vanno da Arvo Part a Edith Piaf, da Monteverdi ai The Album Leaf. Ognuna descrive un quadro diverso, con emozioni sempre nuove.
Cicoria nel 2015 riceve una menzione speciale, nella sezione Corti di Scena della XII edizione “Il Racconto nel Cassetto — Premio Città di Villaricca”.